La musica ci accompagna ovunque, anche a casa. Alessio Pietrobattista ci racconta il suo amore per il grunge e per i vini
a cura di Fabio Ciarla
Tra tutte le “arti”, e i temi, trattati nelle nostre chiacchierate forse la musica è quella davvero più semplice da fruire anche durante il lockdown, quindi almeno fino al 3 maggio ahinoi. Basta un buon impianto di riproduzione e la musica invece ci può accompagnare ovunque, nel senso in ogni angolo della casa, con leggerezza e senza dover portare nulla con noi. Sempre senza esagerare con il volume! Non facile quindi il compito che abbiamo assegnato ad Alessio Pietrobattista, quello di scegliere generi musicali, artisti, canzoni che possano accompagnarci durante questo periodo, abbinandoli magari al mondo del vino. Ma Alessio se l’è cavata alla grande, strappandomi anche qualche commento alla fine di ogni risposta (quando ci vuole, ci vuole!).
Prima di lasciarvi all’intervista voglio però presentarvi uno tra i più schivi dei protagonisti della cultura del vino italiana, Alessio non ama la ribalta ma poi se ti addentri in questo settore lo ritrovi nominato da tutti quelli che incontri. Nato e vissuto tra i Castelli Romani e la Capitale, è in realtà un informatico ma poi, “per caso” come confessa anche lui, si è ritrovato sul Forum del Gambero Rosso e da lì è cominciata una carriera che lo ha portato, tra le altre cose, a collaborare con La Repubblica e Agrodolce, passando per blog come Intravino, fino ad approdare alle guide di Gambero Rosso, L’Espresso e Le Migliori 99 Maison di Champagne.
Ora però l’incarico più in vista è sicuramente quello di coordinatore per il Lazio della guida Slowine, edita da Slow Food, nella quale si sta impegnando da un anno circa. Ha scritto un libro su una delle sue passioni, il titolo dice tutto: “Fiano terra. Viaggio nei territori del Fiano di Avellino”, Edizioni Estemporanee. In questi giorni sui Social ci sta regalando le foto delle sue “aperture casalinghe”, ci siamo chiesti e gli abbiamo chiesto con quale musica – da grande appassionato quale è – sta accompagnando le sue bevute casalinghe. Godetevi le risposte e vediamo se condividete i commenti che mi sono permesso di aggiungere!
Alessio qual è l’artista, o il gruppo, più adatto a questo periodo di vita casalinga?
“Di sicuro da amante del rock non posso che puntare fortemente su questo genere, soprattutto in un periodo dove c’è bisogno di un po’ di sana carica e quel pizzico di adrenalina che questo genere sa regalare. Lo smartworking è in questi casi quasi una benedizione perché puoi fare un po’ di casino in più senza disturbare troppo il vicino di scrivania, anche se a dir la verità un sottofondo musicale c’è sempre anche in ufficio e pare abbastanza apprezzato. Cosa ascolto maggiormente? Sono cresciuto musicalmente negli anni ‘90, sono stato svezzato a pane e Grunge, quindi mi piace riascoltare il graffio vocale e quella vena di follia di Kurt Cobain e dei Nirvana di Nevermind. Oppure le sonorità più cupe e gotiche del Black Album dei Metallica intervallate dall’elettronica di Brian Eno applicata al rock classico degli U2 di Achtung Baby. Ne avrei davvero troppi da citare, ogni gruppo e ogni canzone ha il suo momento nella giornata”.
Un po’ come il vino…
Se dovessi pensare ad uno dei tuoi musicisti preferiti quale vino ci abbineresti?
“Non so perché ma automaticamente la mia mente va a un artista immenso scomparso troppo presto e per cui ho sofferto davvero, come per un parente: parlo di Chris Cornell, ex cantante dei Soundgarden (pane e Grunge, ricordate?) e degli Audioslave, oltre che sopraffino solista. Una voce unica, graffiante che ha accompagnato la mia adolescenza fino all’età matura, una capacità esemplare di spaziare dal rock duro e puro fino a melodie più pop (basta ascoltare la sua versione unplugged di Nothing Compares 2 U di Prince per restare senza parole).
A lui abbinerei un vino indimenticabile che non c’è più e non è più prodotto, capace di graffiare ma con la delicatezza che solo i grandi sanno infondere intimamente ad ogni sorso. Un rosso che è uscito di scena per protesta, sbattendo la porta, manifestando un malessere nei confronti di quelle che erano i lacci e lacciuoli della denominazione, come ha fatto Chris Cornell nei confronti della vita: Chianti Classico Riserva 1979 Montevertine”.
Ti piace vincere facile…
Alla fine della quarantena quale concerto vorresti andare a vedere e cosa berresti a fine serata?
“Oggi andare ai concerti è diventato assai complesso, ricordo che solo 10-15 anni fa tutto era più dilatato e si poteva fare il biglietto con molta calma. Oggi con il ticketing online tutto è diventato maledettamente facile e altrettanto competitivo… e caro! Un concerto che vorrei andare a vedere volentieri è quello dei Coldplay: non è un gruppo che ricalca i generi rock classici ma è stato una ventata fresca in un mondo dominato dall’hip hop e tutti i suoi derivati, dando il via alla scia Indie che ha sicuramente contrassegnato gli ultimi anni. Mi conquistarono con il loro album di esordio, Parachutes, e con il loro ultimo, Everyday Life, sembrano tornati finalmente a sonorità più umane e intime; per questo hanno deciso di non esibirsi negli stadi, perché le canzoni in esso contenute sarebbero fuori posto in un contesto del genere.
Perché allora un desiderio così complicato da realizzare? Perché quello dei Coldplay è stato il primo concerto visto insieme a Bruna, la mia compagna, e sarebbe un bel modo per tornare alla normalità visto che il Covid-19 ci ha tenuti lontani. E ovviamente, a fine concerto, dopo aver bevuto orgogliosamente italiano in tutto questo periodo, brinderei con un bel calice di Krug 2004 canticchiando Everything’s Not Lost. Facciamo due, dai!”.
Ma anche tre, basta non guidare dopo…
Una cavalcata tra generi musicali e grandi artisti, un regalo per tanti che a casa magari hanno un po’ – se non tutta – questa musica da qualche parte, solo da riprendere e riascoltare. Ci sono le novità e i grandi classici, il graffio di Kobain e l’eleganza di Prince. Ecco, parlando del massimo di eleganza abbiamo pensato di allargare la nostra iniziativa al mondo della moda, o meglio dell’alta sartoria. La prossima intervista vedrà infatti protagonista Alessandro Marinella, scendiamo a Napoli per confrontarci con un nome storico della moda, che ci parlerà di cravatte e vino, ovviamente, ma non solo.